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Come si raggiunge il Polo Sud?

Slow & Steady, questa è la risposta

Ehilà,

buon lunedì.

Tempo fa, non ricordo dove, ho letto storia di Scott e Amundsen e della loro “gara” alla conquista del Polo Sud.

Entrambi sbarcano sulle coste dell’Antartide nel Giugno del 1910.

La strategia però per raggiungere il Polo Sud è completamente diversa.

Il capitano norvegese, Amundsen, ha come piano quello di percorrere 15 miglia al giorno. Non di meno, non di più. Che ci sia il sole o che ci sia tempesta. 15 miglia. Regolare come un orologio.

L’inglese Scott invece decide che, essendo una gara ancora aperta, deve PER FORZA essere la corona inglese ad avere il merito di aver raggiunto per prima il Polo Sud.

Per questo la sua strategia è quella di marciare giorno dopo giorno il più possibile indifferente a difficoltà, problemi, stanchezza.

E chi se ne frega se qualcuno rimane indietro.

Entrambe le spedizioni partono alla volta del Polo Sud.

Che viene finalmente raggiunto il 14 Dicembre 1911. Un anno e mezzo dopo.

Da Amundsen.

Piantano la loro bandiera norvegese e ripartono per il viaggio di ritorno.

Con la stessa strategia, ovviamente: 15 miglia al giorno, nè più, nè meno.

Tutti i membri dell’equipaggio fanno ritorno sani e salvi.

34 giorni dopo anche Scott, con solo 4 membri rimanenti dell’equipaggio, raggiunge il Polo Sud, pianta la sua bandierina e inizia il viaggio di ritorno.

Purtroppo, a causa della stanchezza e del morale a terra derivato dalle marce forzate, nessuno di loro farà ritorno e moriranno tutti durante il viaggio.

Cosa abbiamo da imparare

Spesso quando vogliamo raggiungere un risultato tendiamo a incaponirci come il comandante Scott.

Lo vogliamo e lo vogliamo subito.

Così partiamo come dei treni in corsa senza preoccuparci dello stress e della fatica che provoca, senza preoccuparci se chi ci è intorno riesce a tenere il passo, senza preoccuparci di alzare la testa e osservare se la direzione è giusta e le tappe intermedie corrette.

Un po’ come quegli albergatori che vogliono “disintermediare” subito e allora fanno di tutto per non essere più legati alle OTA: si affidano a consulenti di marketing e revenue poco seri, fanno enormi investimenti in advertising, creano super-offerte e promozioni per attirare i clienti su proprio sito.

Però poi non tengono conto del ROI dell’advertising, non tengono conto che le pratiche che quei consulenti gli fanno fare rovinano l’immagine di brand dell’hotel, non tengono conto che sarebbe economicamente più conveniente pagare le commissioni che effettuare quegli sconti.

Invece dovremmo procedere in maniera più calma, ponderata, ma costante.

Creare una nostra strategia e metterla in pratica. Inesorabilmente. Giorno dopo giorno.

Perché l’algoritmo che regola il successo è questo:

Piccole azioni + costanza + tempo = risultati eccezionali.

Conclusioni

Anche in hotel proviamo ad applicare il metodo Amundsen piuttosto che il metodo Scott.

Azioni lente ma inesorabili: passo dopo passo, giorno dopo giorno

Attenti alla qualità del lavoro: facciamoci accompagnare dal nostro team in questo percorso e procediamo alla velocità che consente a tutti di rimanere al passo

Focalizzati sui nostri progressi: diamo un’occhiata anche ai competitor e anche alle OTA, ma stiamo focalizzati sulle piccole crescite che abbiamo noi quotidianamente

Se incorpori questa filosofia nella gestione del tuo hotel avrai risultati eccezionali.

E raggiungerai anche tu il tuo Polo Sud.

Provare per credere.

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